Letizia Argenteri,Tina Modotti. Tra arte e rivoluzione

di Valeria Fieramonte


 

 

Tina Modotti (1896 - 1942) è stata prima di tutto una grande fotografa. Forse la prima donna in Italia ad esercitare questa professione, prima da emigrata e poi da esule. Le sue foto - non moltissime perchè le vicissitudini  e persecuzioni politiche ne hanno limitato l'attività - sono delle vere opere d'arte. Nel 1991 una sua foto di rose fu venduta da Sotheby per 165mila dollari, il prezzo più alto pagato allora per una fotografia in un'asta.

Più famosa in messico che in italia, ora è stata ristampata la biografia ( Tina Modotti - di Letizia Argenteri, Franco Angeli editore, 25 euro, pp 320), molto accurata e documentata. L'autrice ha potuto infatti, a differenza di Elena Poniatowska, la più grande giornalista messicana contemporanea che anni fa ne scrisse una prima biografia ( dal titolo Tinissima) documentarsi non solo in Messico e negli USA ma anche in Europa e in Italia.
Ne emerge il ritratto di una donna forte e anticonformista, piegata troppo presto dalla malattia e dalle vicissitudini della vita.

Mentre nel libro Tinissima la Poniatovska ha sviluppato soprattutto la storia del suo tragico amore per il cubano Julio Antonio Mella, Argenteri ha potuto approfondire anche l'ultimo periodo della sua breve vita, la fase della partecipazione alla guerra civile in Spagna (36-39) e il rapporto di coppia invero un pò triste, per non dire quasi umiliante, con Vittorio Vidali.
( In questo senso è stata in 'buona compagnia': quasi tutte le donne dei dirigenti comunisti del periodo della clandestinità sono state poi abbandonate per donne più giovani e in carriera, basti pensare a Teresa Noce e alla Montagnana).

Tina Modotti da Vidali fu 'solo' tradita, perchè morì troppo presto per essere anche abbandonata. Non lo amava poi tanto e aveva il genere di carattere che forse le avrebbe permesso di 'sbattere la porta' prima.

Antonio Mella  - senza dubbio il suo amore più grande per affinità spirituale - era invece uno studente di legge giovane e bello, un pò guascone, scrittore e giornalista di ottimo livello, così innamorato da scriverle ' ho messo la mia vita a tua completa disposizione... eccetera. perseguitato dai servizi segreti della destra cubana e messicana fu assassinato da due sicari , dopo aver ricevuto numerose minacce di morte, mentre assieme a Tina stavano tornando a casa.

Da quel momento iniziò un depistaggio e sui giornali anche un processo in cui la povera Tina 'mujer encantadora' ( da noi si tradurrebbe col più banale donna fatale) veniva indicata addirittura come responsabile del suo omicidio!
Forse fu allora che il suo cuore iniziò a incrinarsi. Mella morì qualche ora dopo l'attentato. I sicari gli avevano sparato alle spalle. Fece a tempo ad accusare il corrotto leader cubano Machado di essere il mandante del delitto.

L'immenso corteo di protesta che seguiva il suo feretro era capeggiato da Diego Rivera, il grande muralista messicano per molti anni compagno di Frida Kalho. Dal 10 gennaio del 1929, cioè dal giorno del delitto, per mesi e mesi la stampa messicana non smise di occuparsi del caso, trasformandolo in un affare il più volgare e lurido possibile. Come sempre, ciò che il potere davvero non sopporta è una storia d'amore in cui non ci sono corpi in vendita.

La povera mujer encantadora fu infine costretta a fuggire - da un paese solare . vitale e coloratissimo che nonostante tutto amava, verso la plumbea europa che covava, oltre ai prodromi del nazismo, anche la ferocia staliniana di quel partito comunista a cui Tina si era iscritta nel '27, in seguito all'indignazione per l'esecuzione di Sacco e Vanzetti.

Al suo ritorno in Messico dopo la guerra di Spagna al fianco di Vidali, che subito trovò nuove consolazioni, Tina era ormai gravemente malata di cuore.

Quando Tina morì nessuno pensò a definire l'allora leggendario comandante Carlos un uomo 'encantador'. In fondo per le donne, allora come oggi, subire era considerato la norma. Neruda la immortalò in una poesia:'Tina Modotti ha muerto', parte della quale è scolpita sulla sua tomba. Ora il suo corpo riposa a Città del Messico, nel panteòn de Dolores. Sarebbe bello che qualcuno pensasse a una sceneggiatura importante e che il sogno di Poniatoska e Argenteri di fare un film sulla sua vita si potesse avverare...

Letizia Argenteri, Tina Modotti. Tra arte e rivoluzione

Franco Angeli editore, 2005 ( prima edizione )

25 euro, pp 320

 

11-09-09